Sefro (MC)

Coordinate di partenza: 43.109375, 12.972472
Lunghezza: 2,1 km a/r
Dislivello: 25 m
Tempo: 2,5 h
Difficoltà: 1/5
Adatto a: disabilità con ausilio, bambini, passeggini, anziani
Fondo: sterrato
Caratteristiche: dopo forti piogge il fondo potrebbe essere irregolare e sconnesso; il percorso è assolato per i primi due terzi ma non va dimenticato che ci si trova ad oltre 900 metri di altitudine.
Attrezzatura ed opere: una fonte a metà percorso; a fine percorso si trova anche un braciere, una fonte e tavoli in legno; ristoro a meno di 1 km dall’inizio del percorso.
Come arrivare
Dall’Umbria e da Civitanova Marche: SS 77var uscita Serravalle del Chienti, si prende la vecchia SS 77 in direzione Serravalle, e dopo un paio di chilometri si prende a destra la SP 79 (direzione Copogna) fino ad arrivare ad un valico (Passo Sallegri), si prosegue in discesa e appena arrivati sul fondo dell’altopiano superiore, si prende la sterrata a destra e si parcheggia ove possibile.
Da Sefro: proseguire per la SP 79 in direzione Sorti – Montelago. Si supera tutto l’altopiano inferiore e raggiunto quello superiore, lo si percorre in direzione Copogna – Serravalle e quando la strada inizia a salire, si prende la strada sterrata a sinistra e si parcheggia ove possibile.
Descrizione del percorso
Si segue la sterrata in falsopiano in direzione sud circondati dai Monti della Conca. Spiccano sulla nostra sinistra la lunga cresta della Costa del Campalto che termina con la vetta del Monte Igno (1435 metri). Si supera una fonte e in mezzo a coltivi e pascoli si arriva alla Fonte della Cerasa, meta di questa escursione. Qui sono presenti diversi alberi, tavoli, un braciere.
Note naturalistiche
Il percorso si trova nella Piana di Montelago, costituita da due bacini con fondo pianeggiante (Piano superiore e Piano inferiore) di origine tettonica. Di particolare rilievo è la presenza di alcuni inghiottitoi e di doline, dovuti al fenomeno del carsismo, che sono ben visibili nel Piano inferiore. Gli inghiottitoi favoriscono il deflusso delle acque, che riemergono a quote decisamente inferiori: all’altezza della sorgente di San Giovanni, nella zona di Sefro e all’altezza della sorgente di Figareto, nei pressi di Selvazzano.
La vegetazione, formata da prati umidi e palustri, è disposta in fasce concentriche, in relazione alle caratteristiche geomorfologiche e al regime idrico. Qua e là, emergono affioramenti rocciosi che documentano i meccanismi di deformazione delle rocce calcaree.
Legame tra percorso e territorio
La piana di Montelago è contenuta in una suggestiva conca, sita a circa 900 m di quota e circondata da rilievi appenninici di composizione calcarea. L’origine della conca è da attribuirsi all’attività tettonica di faglie recenti che provocando lo sprofondamento della zona centrale rispetto alle parti rilevate ha causato la formazione di un bacino lacustre.
Come osservano D. Aringoli e G. Pambianchi: “Nella conca di Montelago e nel circostante rilievo montuoso si riconoscono elementi geologici, geomorfologici, archeologici (soprattutto relativi all‘archeologia del paesaggio) e storici di importante valenza ambientale e culturale. Questi elementi sono rappresentati da affioramenti rocciosi, morfologie caratteristiche e appartenenti a contesti climatici del passato, e da sicure testimonianze di frequentazioni dell‘Età del Bronzo, del Ferro, di Epoca Romana e Medievale che hanno lasciato tracce significative nel paesaggio.
La bonifica del Piano superiore del lago è avvenuta nel 1458 ad opera di Giulio Cesare da Varano, Signore di Camerino, e consentì lo sfruttamento agricolo intensivo della piana. Attualmente l’intera area di Montelago è prevalentemente utilizzata per il pascolo di ovini e bovini. Nel Piano superiore vi è un lembo di torbiera unica in tutta la Regione Marche.
Cosa visitare nelle vicinanze
Il comune di Sefro. Sefro si trova nella valle sottostante a Montelago, antico luogo di transito tra l’Umbria e l’Adriatico rende credibile l’ipotesi che, attraverso la Valle della Scurosa, l’esercito di Annibale Barca la attraversò per recarsi verso l’Adriatico, dopo lo scontro avvenuto sui Piani di Colfiorito contro la cavalleria romana di Centenio nella seconda guerra punica (218-202 a. C.). Sefro oggi è un piccolo abitato (di qualche centinaia di abitanti) ricco di storia e circondato da natura di particolare bellezza, il fiume che lo attraversa lo rende suggestivo e piacevole per le passeggiate, oltre a renderlo famoso per le sue trote. Le acque fresche e incontaminate del Torrente Scarzito (affluente del Potenza) che lo attraversano e le sue cascatelle rendono fiabesca la sua ambientazione.
Valle della Scurosa. Di notevole interesse naturalistico questa valle (che rappresenta una escursione di tipo E), stretta e lunga, è praticamente incontaminata. Al suo interno si trova una faggeta di notevole interesse. Oltre che per la sua bellezza la valle è un importante punto di riferimento per la sua formazione geologica, costituita da rocce affioranti che vanno dal periodo Giurassico (200 milioni di anni fa) al periodo Cretaceo (80 milioni di anni fa). Valle della Scurosa è un’oasi costituita da una zona boscosa ricca di lecci, roverelle, carpini e ornielle, nelle zone più esposte al sole, da una preziosa faggeta secolare e da pareti rocciose dove regna una preziosa fauna quale l’aquila reale, il gheppio, e il falco pellegrino. Lungo il sentiero sono presenti specie floreali insolite tra le quali la rara Belladonna.
Il Comune di Camerino. Come è noto a Camerino vi è una delle più piccole e antiche università statali italiane (è stata fondata nel 1336). L’Ateneo camerte da anni si fregia dell’eccellenza del CENSIS come migliore Università, e della Certificazione di qualità, per i suoi percorsi di studio e per i servizi offerti agli studenti (si consiglia di visitare il sito http://www.unicam.it per rendersi conto delle tante possibilità di studio, sport, ricerca, rapporti internazionali e opportunità professionali offerte dall’Ateneo camerte).
Curiosità del luogo
Il percorso termina nei pressi della Fonte delle Cerasa così chiamata per la presenza di una pianta di ciliegie selvatiche (cerase in dialetto marchigiano). Tipico di questo territorio è l’habitat naturale della torbiera. Nel piano inferiore di Montelago nel periodo primaverile si forma un lago nei pressi dell’inghiottitoio.
Bibliografia
> D. Aringoli e G. Panbianchi, La conca intramontana di Montelago: un esempio di Geopark nell’Appennino Umbro-Marchigiano, Università di Camerino
> Guida ai Comuni del Comprensorio turistico dell’Alta Valle del Potenza e del Scarzito, Artelito
Sitografia
> http://www.viaggieritratti.it/sefro/#Bosco_Incantato_di_Sefro
> cdn.cronachemaceratesi.it/wpcontent/uploads/2017/02/montelagomatteo-mazzoni-1.jpg

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