22 – San Gregorio Magno

Camerino (MC)

Coordinate di partenza: 43.154298, 13.103875

Lunghezza: 1 km a/r

Dislivello: 15 m

Tempo: 2,5 h

Difficoltà: 2/5

Adatto a: disabilità con ausilio, bambini, passeggini, anziani

Fondo: brecciato

Caratteristiche: sempre ombreggiato

Attrezzatura ed opere: nessuna

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Come arrivare

Dalla frazione Torrone (SP22 tra Crispiero e Camerino), nei pressi di una fonte-lavatoio, si prende la stradina asfaltata in salita e la si percorre per qualche centinaio di metri fino a quando non diventa pianeggiante e l’asfalto si trasforma in depolverizzato. Una volta arrivati ad una biforcazione sulla destra con una stradina brecciata, si parcheggia l’auto a sinistra (attenzione vi è un solo posto auto).

Descrizione del percorso

Lasciata l’auto si percorre la brecciata in leggerissima salita sino a giungere in breve tempo alla chiesa di San Gregorio Magno in Dinazzano (XI sec.) dove sono presenti dei tavoli sotto a delle conifere. Da qui, curvando sulla sinistra, si supera la pineta e si può percorrere il resto dell’itinerario attraverso il bosco di latifoglie. In questo bosco sono presenti dei castagni. Si ritorna per lo stesso itinerario.

Note naturalistiche

Il percorso attraversa un castagneto. Il castagno è un albero antico, essendo documentata la sua presenza nell’era Quaternaria, ed è originario delle zone meridionali e orientali dell’Europa e dell’Asia Minore, ma coltivabile fin nelle fredde terre del Nord Europa, al limite del ghiaccio. Il greco Senofonte definì il castagno l’albero del pane e con il nome di pane dei poveri la castagna è stata per secoli la presenza più assidua nella mensa delle famiglie contadine. La fase di maggiore espansione in Europa ha riguardato l’Italia e fu dovuta all’iniziativa di Matilde di Canossa (1046-1115) che, convinta dell’importanza essenziale che le castagne rivestivano per l’alimentazione delle popolazioni rurali ne moltiplicò, con l’ausilio dei monaci benedettini, la diffusione ideando addirittura un criterio di disposizione degli alberi (il sesto matildico) per la loro migliore crescita e fruttificazione.

Legame tra percorso e territorio

San Gregorio Magno è stato luogo di pellegrinaggi e scambi commerciali anche per la sua ubicazione verso l’Umbria. Il piazzale adiacente al monastero si presta a piacevoli picnic per l’ombra e la presenza di un tavolo in legno, anche se privo di fonti acqua. Il percorso è immerso in un castagneto e la passeggiata conduce ad un lieve promontorio con belvedere.

Curiosità del luogo

Il Monastero di San Gregorio Magno in Dinazzano. Fu eretto intorno al XI secolo e nei secoli, i successivi restauri hanno mischiato il romanico e il gotico locale. Nel secolo XIII la chiesa e l’attiguo convento diventano di proprietà di una comunità di monache benedettine (citate dalle Rationes Decimarum del 1299). Successivamente intorno al 1400 la proprietà passa ad una comunità di monache clarisse. Nel 1493 le clarisse abbandonano il monastero di San Gregorio ed esso verrà assegnato e donato, dal mecenate Giulio Cesare da Varano, agli olivetani di Col di Bove che lo assistono nel loro convento fino alla morte avvenuta nel 1502. Nel 1883, l’allora parroco di San Gregorio acquista il crocifisso in legno (del XVI secolo) policromo di Sperimento (attualmente intronizzato nella parete di fondo). I lavori di restauro del 1971 hanno riportato alla luce nella zona absidale l’arco romanico in pietra che divideva la navata ed introduce la volta a botte del presbiterio. Oggi il monastero non è visitabile ma rimane comunque ben mantenuto nella sua struttura esterna.

L’evento di Risorgimarche. Forse non tutti sanno cos’è il fenomeno culturale artistico di Risorgimarche. Sorto nell’estate del 2017, grazie a Neri Marcorè, come manifestazione per la rinascita economica e turistica dell’entroterra marchigiano fortemente segnato dal sisma del 2016. Questa iniziativa ha avuto un tale successo di pubblico da diventare un appuntamento atteso negli anni successivi che ha coinvolto migliaia di spettatori di ogni età e di diverso grado di mobilità. A prima vista sembra quasi una ricetta banale: si prende un luogo della natura (generalmente una vallata) e si aggiunge della musica. Ed invece è stato, ed è, un evento unico nel suo genere e non replicabile in altri luoghi (artisti di Risorgimarche hanno tentano di imitarlo in altre ubicazioni ma senza

raggiungere il successo sperato). Ha segnato il modo di accostarsi alla musica, il mondo della musica. Si, perché con Risorgimarche è sorto uno specifico codice di comportamento tra pubblico e artisti che diventano un tutt’uno con il contesto naturalistico e territoriale che li ospitano, un’unica grande cornice cementata dalla forza dell’emozione collettiva e dell’amore per questi luoghi.

Bibliografia

> M. De Nardo (2000), Il quaderno verde di Camerino, Comune di Camerino – Assessorato alla Ricostruzione e Ambiente, Tipografia S. Giuseppe Srl, Pollenza (MC)

Sitografia

> http://www.guidedocartis.it

> http://www.turismo.marche.it

> http://www.corriereproposte.it/cosasapere/camerino-la-storia

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