Castelraimondo (MC)

Coordinate di partenza: 43.191088, 13.042060
Lunghezza: 1,5 km a/r
Dislivello: 15 m
Tempo: 2,5 h
Difficoltà: 2/5
Adatto a: disabilità con ausilio, bambini, passeggini, anziani
Fondo: sterrato
Caratteristiche: per gran parte in mezzo alla vegetazione sulle rive del fiume Potenza
Attrezzatura ed opere: fontanella e panchine
Come arrivare
Da Nord: uscita Ancona Nord, si prende la SS76 e all’uscita Albacina si prende la SP256 Muccese fino Castelraimondo.
Da Sud: uscita Civitanova Marche, si imbocca la SS77var e all’uscita Tolentino Est si prende la SP127 fino a Castelraimondo. Superato l’abitato, nei pressi di una rotatoria, si prosegue in direzione Pioraco. Dopo 950 metri circa, sulla sinistra si trova l’ingresso del Castello.
Dall’Umbria: a Nocera Umbra si prende la Strada Septempedana, SP361 in direzione Castelraimondo. Il castello è circa 6,3 km dopo l’abitato di Pioraco. L’ingresso del Castello è a 500 metri dopo l’albergo Borgo Lanciano, sulla destra.
Descrizione del percorso
Si lascia l’auto prima della sbarra del castello e si percorre il viale* alberato che porta ad un piazzale erboso ai piedi del Castello. Qui vi è una fontanella ed è possibile anche parcheggiare. Si prosegue oltre una catena che chiude la sterrata (richiuderla dopo il nostro passaggio) e, lasciando il Castello sulla sinistra, costeggiamo il prato inoltrandoci nel bosco della proprietà fino ad arrivare ad un ponte su un canale di acqua. Si ritorna sui propri passi fino al prato dove è possibile deviando sulla destra, raggiungere un molino per la produzione di energia elettrica tramite un ponte di legno. Proseguendo si raggiunge un secondo ponte dove è possibile ammirare il fiume Potenza. Si ritorna per lo stesso sentiero e si tratta di una deviazione di circa 250 metri.
* Attenzione: il viale è privato ma è aperto al pubblico dalle 9 alle 19, dopo tale orario la sbarra si chiude automaticamente e i mezzi di trasporto devono trovarsi all’esterno.
Note naturalistiche
Il percorso si trova all’interno del parco, aperto al pubblico, del Castello di Lanciano di proprietà della Fondazione Maria Sofia Giustiniani Bandini. La particolarità del Castello (oggi Museo) è proprio quella di non avere al suo esterno un giardino, come in altre dimore di questo tipo, ma un esteso parco in cui ci sono alberi secolari, prati e canali d’acqua che danno una forte suggestione di amenità a chi lo percorre. Lungo il percorso, all’interno del parco, ci si immerge nel silenzio della campagna marchigiana, il cinguettio degli uccelli e l’ombra degli alti alberi rende il percorso particolarmente piacevole e rilassante. Nel parco vi sono altri percorsi che conducono verso l’edificio detto Torre del Parco (zona Castelraimondo) non fruibile per persone con disabilità, ma comunque abbastanza praticabile, che attraversando il fiume Potenza su un ponticello di legno permette di vedere un vecchio mulino, oggi utilizzato per l’energia elettrica.
L’elemento principe paesaggistico ambientale è costituito dai boschi con querce caducifoglie secolari, che presentano elevato interesse come preziosi serbatoi di biodiversità e come nodo focale della rete ecologica dell’Alta Valle del Potenza. L’habitat intorno al fiume Potenza è stato, infatti, qui preservato e non modificato per l’uso agricolo. Nella piana intorno al Castello i boschi di Roverella rappresentano gli ultimi residui dell’originaria foresta planiziale mesofila che si estendeva fino a Pioraco (che dista circa 5 km). In questa zona le sponde del Potenza sono ricoperte da una esigua fascia di vegetazione legnosa igrofila a prevalenza di salice bianco, ontano nero, pioppo bianco e olmo campestre. Infine nel territorio del Castello vi sono rigogliosi esemplari di bosso con tronchi superiori ai 30 cm di diametro. Come è noto le stazioni di bosso sono sempreverdi e in Italia allo stato naturale sono presenti in poche Regioni.
Legame tra percorso e territorio
Il percorso si trova lungo il fiume Potenza e costeggia la proprietà del Castello di Lanciano.
Il Castello intorno al 1381 è stato costruito dalla famiglia dei Da Varano per ragioni strategiche visto che è ubicato tra Pioraco, Matelica e Camerino, importante quindi per la difesa del confine nord orientale della signoria camerte. La struttura ha possenti mura, torri e con canalizzazioni d’acqua; e si trova lungo la linea difensiva detta de L’Intagliata, un sistema di difesa per Camerino adottato da Giovanni Berardo da Varano sul versante nord (dal Monte Letegge a Pioraco) per difendere i propri possedimenti dalle incursioni delle truppe nemiche provenienti da Matelica e da San Severino. Il nome dell’opera fortilizia deriva dall’imponente taglio degli alberi operato lungo il collegamento tra una postazione difensiva e l’altra: Torre Beregna, Rocca d’Ajello, Torre del Parco, Castello di Lanciano e Porta di ferro di Pioraco.
Da visitare nelle vicinanze
Castelraimondo. È un interessante paesino situato in una zona strategica per il turismo. Crocevia tra Matelica, Camerino e San Severino Marche oggi è un luogo culturalmente attivo e attento al turismo. Delle tre cittadine indicate proponiamo Matelica (di Camerino e San Severino Marche si è già detto in altre schede).
Matelica. Sorge al centro dell’Alta Valle dell’Esino, circondata ad est dalla catena del Monte San Vicino e ad ovest dall’Appennino Umbro-Marchigiano e aderisce all’Associazione nazionale Città del Vino e all’Associazione Nazionale Città del Miele. Tra le opere monumentali da visitare si suggerisce Palazzo Piersanti nel quale vi è l’omonimo museo che vede tra le notevoli opere conservate dipinti di Bellini, Antonio da Fabriano, Francesco di Gentile da Fabriano, Salvator Rosa e Carlo Maratta. Da non perdere, inoltre, è il Museo Archeologico, allestito all’interno di Palazzo Finaguerra.
Il Museo di Storia naturale di Gagliole Fondazione Oppelide. Racconta la storia della vita sulla terra fin dalla sua comparsa. Custodisce fossili e minerali di provenienza locale che fanno da supporto a rari e importanti reperti provenienti da ogni parte del mondo. Molti esemplari esposti hanno un carattere non solo di rarità, ma anche di unicità tra questi un esemplare di Plesiosauro, un Mosasauro ed un esemplare completo di orso delle caverne.
Contatti: m.storianaturale@libero.it – 333 3720483 – www.museostorianaturalegagliole.it
Curiosità del luogo
La leggenda di Rosa, il fantasma di Castelraimondo. A Castelraimondo negli anni 50 si tenne un corso dell’occulto durante il quale il prof. Stoppolini invitò a lezione la medium Maria Bocca la quale durante una lezione dedicata alle sedute spiritiche iniziò a parlare con una voce mai udita prima dicendo: “Sono nata Rosa Menichelli. Quando morii ero Rosa Spadoni, ma mio marito era mancato prima di me. Siamo sepolti entrambi nel cimitero di Castelraimondo poco lontano da Camerino. Vi chiedo soltanto questo: di aiutare altre persone, perché anche a loro può capitare la stessa cosa che capitò a me. Due giorni dopo che fu stilato il certificato di morte fui portata al cimitero e lì sepolta viva”. Il professore iniziò a fare indagini dalle quali risultarono che effettivamente Rosa Spadoni era morta nel 1939 per un’infezione febbrile. Non contento Stoppolini ottenne l’autorizzazione a dissotterrare la salma e in presenza di medici e giornalisti scoprì la macabra verità: lo scheletro della donna era in posizione supina, con le ginocchia piegate nel tentativo di aprire il coperchio. L’elemento più sconcertante furono i graffi con le unghia rinvenuti all’interno del coperchio della bara. I patologi corressero il certificato di morte e scrissero che, effettivamente, Rosa Spadoni Menichelli era stata sepolta viva. (Le fonti di questa storia sono quelle di Nigel Blundell e Roger Boar).
Bibliografia
> F. Gras (2013), Andare a piedi. Filosofia del camminare, Garzanti
> M. Jevolella (2016), Thoreau. Camminare, a cura di, Mondadori
> E. Orsomanno e P.L. Falaschi (2010), Beni ambientali e culturali della Fondazione Maria Sofia Giustiniani Bandini, a cura di, Pollenza (MC)
Sitografia
> http://www.terrasantatriveneto.it “Il senso del pellegrinaggio”
> http://www.osservatoreromano.va, “L’uomo in cammino e il pellegrinaggio”, 2010

Lascia un commento