Genga (AN)

Coordinate di partenza: 43.402416, 12.967286
Lunghezza: 1,2 km a/r
Dislivello: 10 m
Tempo: 1 h
Difficoltà: 1/5
Adatto a: disabilità con ausilio, bambini, passeggini, anziani
Fondo: lastricato.
Caratteristiche: il percorso costeggia il fiume Sentino con vista sulle alte pareti rocciose e tra gli odori di zolfo delle sorgenti sulfuree, percettibili in alcuni tratti
Attrezzatura ed opere: lungo il percorso su ampio marciapiede sono presenti delle panchine e delle fontane
Come arrivare
Dalla SS 76 (Uscita Valtreara) si prosegue in direzione Genga, poco dopo la biglietteria delle grotte di Frasassi, arrivati in prossimità di una rotatoria presso il cimitero di San Vittore alle Chiuse, si lascia l’auto e il percorso inizia proprio qui sul marciapiede di fronte al cimitero.
Descrizione del percorso
Il percorso permette di addentrarsi nella Gola di Frasassi fino all’ingresso delle grotte. Può essere percorso così come proposto o insieme alla Greenway del Sentino, come suo prosieguo naturale.
Note naturalistiche
Tra i rilievi calcarei che caratterizzano la Gola, alti fino a ottocento metri, è presente un bosco misto di caducifoglie costituito, nei versanti più freddi, dal carpino nero, dall’acero napoletano, dall’orniello e, nelle zone più calde e riparate, dalla roverella, da cespugli di ginepro, di erica e di cisto.
L’areale della Gola di Frasassi, per la sua tipicità carsica costituisce il luogo ideale per i rapaci come il gheppio e l’aquila.
Legame tra percorso e territorio
La nota caratteristica che rende questo luogo unico è la presenza delle acque sulfuree che hanno reso questa zona di richiamo turistico anche per la presenza delle terme.
Da visitare nelle vicinanze
Grotte di Frasassi. Si trovano nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi e sono grotte sotterranee di origine carsica. La prima grande scoperta speleologica nell’area di Frasassi, quella della Grotta del Fiume, è avvenuta il 28 giugno 1948, ad opera del dottor Mario Marchetti, fondatore del Gruppo Speleologico Marchigiano di Ancona.
La scoperta delle Grotte di Frasassi (Grotta Grande del Vento nella quale potrebbe entrare come dimensione il Duomo di Milano) risale al 25 settembre 1971 quando un gruppo di speleologi anconetani venne attirato da una forte corrente d’aria che fuoriusciva da una piccola apertura.
“Conosciamo meglio alcune aree della Luna e di Marte rispetto a quello che si nasconde solo a pochissimi metri sotto i nostri piedi. Eppure il mondo nascosto delle grotte ha tanto da raccontarci. Entrare nelle Grotte di Frasassi significa iniziare uno straordinario viaggio nella geologia, nell’evoluzione e in generale nella Scienza. […] È difficile trovare un luogo al mondo di così rara bellezza. È una cattedrale del tempo, frutto di un lavoro immenso della Natura”. Piero Angela descrive così l’emozione che danno le Grotte di Frasassi (Prefazione a Stigobionti di Montanari, 2010).
È noto quanto intorno a noi ci sono le testimonianze ancora vive del nostro passato e della nostra evoluzione (batteri e invertebrati), così nelle Grotte di Frasassi vivono ancora i pionieri dell’evoluzione umana (A. Montanari, 2010).
Tempio del Valadier. È una chiesa di Genga che Papa Leone XII fece costruire, nel 1828, sulla base di un progetto stilato dall’architetto Giuseppe Valadier. La chiesa, costruita secondo una pianta a forma di ottagono, ha un tetto a cupola ricoperto da lastre di piombo ed è inserita in una grotta. Venne realizzata in travertino ricavato da una cava che si trova a monte della grotta situata nella stessa gola delle grotte di Frasassi. All’interno del tempietto era un tempo situata una statua in marmo, della Madonna col Bambino, opera della bottega di Antonio Canova. Oggi la statua è esposta al Museo di Arte Sacra di Genga ed al suo posto è stata inserita una copia.
Grotta della Beata Vergine di Frasassi. Sullo stesso piazzale, del Tempio di Valadier vi è la chiesa della Grotta della Madonna di Frasassi che è stata incastonata in una struttura architettonica semplice e povera rispetto alla bellezza del tempietto di Valadier. In tale chiesa, vi è un altare sacro e sono in mostra forme erosive e depositi sedimentari di natura idrogeologica.
Le chiese possono essere raggiunte dalla Grotta del Mezzogiorno che si trova sull’altro versante della montagna, attraverso un percorso con difficoltà speleologiche che richiede addestramento ed attrezzature specifiche.
Curiosità del luogo
Leggenda della Grotta della capra. La montagna di Frasassi è caratterizzata dalla presenza di diverse grotte. La leggenda vuole che in una di queste grotte trovarono rifugio due innamorati di San Vittore di Genga il cui amore era ostacolato dalle rispettive famiglie. I due ragazzi disperati abbandonarono le abitazioni e fuggirono sul monte vagando nel bosco per diversi giorni fino a che non scoprirono una grotta dove si rifugiarono e diedero vita al loro amore. Oggi la grotta viene chiamata Grotta della capra poiché le famiglie, lanciando un maleficio, trasformarono lei in capra e lui in un masso a guardia dell’ingresso della grotta. La leggenda vuole che ancora oggi, in quel medesimo luogo, ogni sera una capra esce dalla fenditura.
Tradizioni culinarie
Le pecorelle di Genga. Sono un dolce tipico delle Marche fatto nel periodo della Befana, a forma di pecorella oppure di befana. Sono biscotti ripieni con marmellata e frutta secca, semplicissimi e golosi.
Bibliografia
> AA.VV, Scoprire il Parco, in Frasassi. Le Grotte, Edito dalla Comunità Montana dell’Esino – Frasassi e dal Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.
> Montanari A. (2010), Stigobionti. Vita acquatica nelle Grotte di Frasassi, a cura di, Stampa Aniballi Grafiche Ancona.
Sitografia
> http://www.viaggiesorrisi.com/labbaziasan-vittore-delle-chiuse-genga
> http://www.frasassi.com/GengaPonteRomano.aspx
> it.wikipedia.org/wiki/Genga
> http://www.corriereproposte.it/cosasapere/genga-la-storia
> blog.giallozafferano.it/vickyart/pecorelle-di-genga-

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